IL NOSTRO AMORE A COLORI: dalla Gambia all’Italia

La storia di Stella e Abib

Avevo programmato la mia vita con scrupolosa attenzione. Avevo calcolato ogni minimo dettaglio di ciò che sarebbe stato il mio futuro. Di certo una relazione interculturale non era nei piani. Non l’avevo minimamente prevista e neanche desiderata. 

È successo. Mi è capitata. E molto onestamente ho lottato con tutte le mie forze contro me stessa per impedire che accadesse. 

Mi sono innamorata di un ragazzo che veniva da lontano, con una vita, una cultura, un credo, anni luce lontano al mio, ormai tre anni fa.

Mi sono innamorata di quel ragazzo e non c’è stato niente da fare.

Timido come non avevo mai conosciuto nessuno, a testa bassa, a malapena riusciva a dirmi Ciao.

Ma nonostante ciò, ogni volta che i nostri sguardi si incontravano, qualcosa di magico accadeva nell’aria.

Sarei bugiarda a dire che è stato facile. Ho dovuto combattere con pregiudizi che neanche mai avrei pensato di avere. Io, che mi ero sempre reputata la persona più aperta alla diversità e priva di limiti, non riuscivo a fidarmi, offuscata da pensieri costruiti dalla mia stessa mente, frutto di ciò che questa società mi aveva insegnato.

Eppure lui è riuscito piano piano a farsi spazio nel mio cuore, distruggendo ogni timore e ogni preconcetto che vi si era insidiato.

Mi sono innamorata di un ragazzo che nonostante venisse da lontano, con una vita, una cultura, un credo anni luce lontano dal mio, ho scoperto essere così simile a me. Sembra impossibile, ma noi ci siamo ritrovati. Nei discorsi, nei valori, nei principi. Abbiamo passato mesi di notti insonni a parlare della vita e a scoprirci simili. 

Abbiamo anche passato mesi però a discutere sulle differenze, a non trovare un punto di incontro su tante cose, all’epoca mi sembravano troppe. Spesso ho pensato non potessimo funzionare. 

Abbiamo imparato ad amarci lentamente, a capirci intimamente, a comprenderci, a plasmarci e ad accettare che non dovevamo per forza andare d’accordo su tutto. 

Una relazione interculturale è un viaggio in cui scopri un mondo nuovo, e questo viaggio devi affrontarlo spensierata, devi essere pronta ad ascoltare profondamente spegnendo il giudizio che spesso ci limita. Scoprirai cose meravigliose, con un fascino unico, e sentirai la necessità di andare a fondo. Scoprirai anche cose che non ti piaceranno, che non condividi e preferiresti allontanare. Ho imparato che devi andare a fondo anche in quelle. Devi capire se potranno mai entrare nella tua vita. Fare parte di te. Quando ho capito questo segreto, ho imparato a far funzionare bene la mia relazione. 

Spesso ci rifiutiamo di accettare ciò che si allontana dal nostro sguardo, perché non lo abbiamo mai vissuto e quindi è automaticamente sbagliato. 

Eppure oltre il nostro piccolo orizzonte c’è un mondo intero che vive una realtà completamente opposta alla nostra, ma perfettamente armonica e affascinante ugualmente.

Quando ho conosciuto Abib ero solo una ragazza di 23 anni, perennemente in cerca di sé stessa, spesso abituata ad avere tutto e ad apprezzare poco. Lui mi ha insegnato il valore di ogni cosa che ci circonda, anche la più piccola. Mi ha insegnato la gratitudine, il rispetto estremo verso ciò che ci è stato dato in questa vita, e la dignità silenziosa di chi non si deve accontentare mai.

Da lui ogni giorno imparo la dedizione e la fatica con cui si dovrebbe affrontare questa vita, senza mai scoraggiarsi, prendere sé stessi per mano e puntare dritti al proprio obiettivo.

Nonostante la vita non sia stata poi cosi generosa con lui, e gli abbia tolto troppo, lui è riuscito a costruirsi da solo il suo futuro. E oltre al grande amore che provo per lui, provo profonda stima e ammirazione.

Vivere in Italia non è per niente semplice. È doloroso vedere la persona che ami dover faticare quotidianamente per i suoi diritti. Abbiamo sempre condiviso tanti sogni e speranze per il nostro futuro insieme, e ogni giorno lottiamo per costruirlo, mattone dopo mattone, con dignità e fiducia che prima o poi vedremo realizzarsi davanti ai nostri occhi ciò per cui abbiamo lavorato.

Andare in Gambia è uno dei primi progetti, che purtroppo abbiamo dovuto rimandare per il Covid.

Non vedo l’ora di poter finalmente conoscere totalmente la sua realtà, vederlo nel mondo dove è cresciuto, poter finalmente abbracciare la sua famiglia e abbandonare le chiamate sbrigative in cui la mia timidezza prende il sopravvento. Ma soprattutto vedere lui finalmente felice e spensierato come merita di essere, nuovamente circondato dalle persone che ama e che ormai sono quattro anni che non stringe a sé e spesso traspare dai suoi occhi, quella malinconia di chi è lontano da casa da troppo tempo.

Posso solo augurarci di continuare a guardarci con occhi sinceri, non abbiamo mai avuto bisogno di troppe parole, pur parlando due lingue diverse ci siamo sempre capiti al volo e spero non perderemo mai quella scintilla.

Avevo programmato la mia vita con scrupolosa attenzione e sono davvero felice che invece la vita abbia deciso di sorprendermi e farmi questo meraviglioso regalo.

Con affetto, Stella Falqui

Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.