Ho impiegato un po’ di tempo a riflettere e ponderare se questa fosse la decisione migliore della mia vita, considerando ogni possibile scenario e le sue conseguenze a lungo termine; ora, però, ero finalmente piena di ottimismo e fiducia per il futuro, pronta ad affrontare le sfide che si presentavano e a cogliere ogni opportunità che si prospettava all’orizzonte.
Decidere di trasferirsi a vivere con i maasai
Se non avessi lasciato passare tutti questi lunghi anni, probabilmente sarebbe stata una decisione affrettata senza darmi la possibilità di testare se fosse veramente la cosa giusta per me. Ho trascorso molto tempo a riflettere sulle mie scelte e sulle numerose esperienze che mi hanno portato a questo punto. Ogni momento trascorso lontano da questa decisione ha contribuito a chiarire le mie idee e a rendermi più sicura del mio percorso. E solo ora posso confermare che sono più che convinta che questo sia il posto dove voglio trascorrere il resto della mia vita, circondata dall’amore di mio marito e dalla ricchezza culturale e dalla saggezza della mia nuova famiglia Maasai, che mi hanno accolto con calore e devozione, arricchendo la mia vita in modi che non avrei mai potuto immaginare.
Nell’ottobre 2019 rientrai in Italia con mio marito dopo un anno secco di vita nella savana nel bel mezzo del niente e lontano dai circuiti turistici, un periodo che si rivelò tanto avventuroso quanto impegnativo. Durante quel tempo, ci trovammo a confrontarci con culture e tradizioni completamente diverse, scoprendo la bellezza dei paesaggi africani e la ricchezza della fauna selvatica, ma anche le sfide quotidiane di vivere in un ambiente così remoto. Mi presi quella lunga aspettativa perché doveva servirmi a capire se ero fatta per viverci o se semplicemente mi piaceva andarci in vacanza, un interrogativo che pesava sulle mie spalle e che mi portò a riflettere profondamente sulla mia vita e sulle mie aspirazioni. Era l’ultima possibilità che mi davo prima di decidere il mio trasferimento decisivo da Trento alla Tanzania, un passo che avrei dovuto affrontare con una consapevolezza nuova, sperando che l’amore per quel paese potesse trasformarsi in una realtà sostenibile e appagante.
La data di trasferimento definitiva era inizialmente prevista per maggio/giugno 2020; tuttavia, vi erano alcune incertezze riguardo alla questione poiché, nel frattempo, dai telegiornali arrivavano notizie di un certo virus che sembrava però molto lontano da noi, come se non avrebbe mai raggiunto le nostre case, così non fu. Le notizie si susseguivano giorno dopo giorno, con report che traevano l’attenzione della popolazione, ma all’epoca, molti di noi tendevano a minimizzare la situazione, pensando che fosse solo un problema temporaneo, lontano dalla nostra realtà quotidiana. I preparativi per il trasferimento proseguivano, mentre gli eventi globali iniziavano a prendere una piega inaspettata, costringendo tutti noi a riconsiderare le nostre priorità e a ripensare le nostre certezze. L’atmosfera era pervasa da un misto di speranza e preoccupazione, poiché il futuro sembrava sempre più incerto.
Così, nei primi giorni di marzo, avevo fissato un incontro con il mio dirigente per informarlo della mia intenzione di dimettermi. Fortunatamente, il destino intervenne e non arrivò l’opportunità di incontrarci. Guardando indietro, sono grata che le circostanze si siano sviluppate in questo modo, poiché la sera precedente al nostro incontro programmato, il sig. Conte, quale ex Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana, fece un annuncio formale in TV esortandoci di rimanere a casa.
Questa svolta imprevista mi avrebbe lasciato disoccupata e confinata in Italia!
COVID-19 lockdowns
Credo che tutti noi siamo più consapevoli che mai del significato di dover affrontare un periodo di lockdown, durante il quale abbiamo sperimentato restrizioni totali, zone ad alto rischio e vari provvedimenti correlati a causa di una pandemia inizialmente denominata Coronavirus e successivamente Covid-19 e poi ecc. ecc. Questo periodo prolungato di restrizioni sembrava interminabile, ma finalmente stiamo vedendo la luce in fondo al tunnel.
Ma quanto e a quanti ha aiutato a riflettere quanto accaduto? A me moltissimo!!!
In quel momento, ci siamo trovati incerti su cosa pensare e su quale potesse essere il nostro futuro se avessimo deciso di partire definitivamente verso la savana. Sia io che mio marito eravamo scoraggiati. Riflettevamo sull’impegno e la perseveranza che avevamo investito prima che la nostra iniziativa nel settore del turismo con un viaggio culturale dalla nostra famiglia maasai decollasse, visto che stava avendo molto successo. Tutto si fermò di colpo come un fulmine al ciel sereno. Come noi, si fermò il mondo!
Nel frattempo, viaggiavamo ugualmente tra l’Italia e la Tanzania, facendo visita alla nostra famiglia nel rispetto delle pertinenti normative governative. Questa era semplicemente una vacanza annuale della durata di un paio di mesi, dopo la quale rientrevamo in Italia e riflettevamo sulla domanda:
Perché? E ci siamo detti adesso basta! Eravamo veramente stanchi di essere in mano ad un virus. Di conseguenza, abbiamo preso la decisione di trasferirci nell’anno 2022. Mentre l’inverno passava, iniziammo il processo di svuotamento della nostra casa, separandoci gradualmente da oggetti e mobili superflui. Tutto cominciò da garage e cantina. Tutto procedeva secondo i nostri piani finché un giorno di giugno 2022, ricevetti una telefonata in cui mi comunicarono che mia sorella si trovava ricoverata al reparto di rianimazione a Trento. Non la vedevo da prima della pandemia, non abbiamo mai avuto un buon rapporto e la colpa di questo sta nelle nostre scelte di vita così diverse che non siamo mai riuscite a trovare un punto in comune d’incontro.
Mi trovavo ad un bivio e dovevo decidere
Con mio marito decidiamo di spostare la partenza al mese dicembre 2022. Mia sorella fu ricoverata per ben due mesi e mezzo e, all’uscita dall’ospedale, avrebbe avuto bisogno di lunghi mesi di riabilitazione. Sono stati dei mesi in cui mi sono messa a dura prova, non capivo più cosa mi stava riservando il futuro e temevamo sia per la sua salute, sia ai nostri progetti programmati ad appuntino.
Nel frattempo, i mesi scorrevano rapidamente e sembrava che mia sorella avesse finalmente riacquistato un po’ di energia per riprendere in mano la sua vita. Grazie a un nuovo trattamento che stava seguendo, sembrava prendere una svolta positiva nella sua lotta contro il suo demone. La sua determinazione era incoraggiante e ci faceva sperare in un futuro migliore. William ed io, nel frattempo, ci ritrovammo a svuotare la casa di famiglia in soli tre mesi. Nel mezzo di questo lasso di tempo, uscì anche il mio libro intitolato LA FELICITÀ TRA I MAASAI. Tra interviste, presentazioni del libro, organizzazione del trasferimento, sbrigare documenti tra un ufficio e l’altro, mia sorella, pulire due case poichè in quella che stavamo lasciando c’era l’imbianchino, mia nipote che nel mentre si era trasferita a vivere con noi e andare a lavorare perchè il nostro contratto di preavviso non era ancora scaduto.

Foto ricordo della nostra casa in Italia
Il trasloco
Fu un compito arduo, ma lavorammo instancabilmente giorno dopo giorno, scartando gli oggetti accumulati nel corso degli anni e cercando di conservare solo ciò che aveva un vero significato emotivo per noi. “Poca roba” considerando che in aereo potevamo trasportare solo due valigie a testa del peso massimo di 23 kg. Alla fine abbiamo speso un sacco di soldi con la compagnia aerea per riempirne quattordici! Mentre svuotavamo stanza dopo stanza, ci imbattevamo in ricordi nascosti. Vecchie fotografie di famiglia, lettere sbiadite dal tempo e oggetti che riportavano alla mente momenti felici o meno, prima quelli trascorsi insieme alla mia famiglia poi quelli con mio marito. Ogni oggetto raccontava una storia, un frammento del passato che illuminava il presente.
Con ogni scatola che portavamo via dalla casa, sentivamo un senso di liberazione. Era come se stessimo facendo spazio per nuove opportunità e possibilità. Era doloroso lasciare alle spalle la casa in cui ero cresciuta, ma sapevo che era necessario per poter andare avanti. Diffondevmo annunci di vendita per mobili, accessori per la casa, elettrodomestici e altri oggetti che potevano essere ceduti. È importante sottolineare che questa decisione non è stata presa a cuor leggero, poiché vendere oggetti di valore, molti dei quali erano ancora in ottime condizioni, è stato un compito impegnativo. Durante il processo di selezione, ogni oggetto è stato attentamente valutato per determinare se avrebbe meritato di essere venduto o regalato.
Il nostro obiettivo principale era liberare spazio nella nostra casa e, le lacrime scorrevano incessanti. Realizzai che nel corso degli anni avevo accumulato una quantità significativa di oggetti che non venivano utilizzati. Nonostante le sfide che ho affrontato, non riuscivo a liberarmi nemmeno della cavolata più assurda, ma dovevo assolutamente farlo, mi dicevo: “Cristina, non pensarci, devi farlo e basta, non hai alcuna scelta, questo ti serve a ricomnciare nella tua nuova vita.”
Guardando indietro, sembra un passato lontano. Non ho rimpianti riguardo alla mia decisione di trasferirmi, poiché mi ha regalato la tranquillità che ho sempre cercato. Tuttavia, devo ammettere che i miei incontri quotidiani in savana con le difficoltà sono tutto fuorché una passeggiata tranquilla ma di questo ve ne parlerò in altro articolo. Alla fine di quel lungo processo di svuotamento, la casa era vuota e silenziosa, ma il nostro cuore era pieno di gratitudine per tutto ciò che aveva rappresentato per noi. Era stato un luogo di calore, amore e crescita per me e mio marito. Ora, era tempo di andare avanti e creare nuovi ricordi altrove.
Il trasferimento definitivo in Tanzania
Adesso guardiamo indietro alla nostra fatica con un sorriso, realizziammo che quel processo di svuotamento non era stato solo fisico, ma anche emotivo. Abbiamo lasciato tutto!
Anche in questo difficile passaggio, le mie amiche erano lì per me, Luciana che ci ha aiutato e guidato durante tutto il trasloco persino nelle pulizie di tinteggiatura e poi con l’altra amica Giovanna, conservano ancora con cura alcune delle mie scatole di cose che proprio non volevo lasciar andare, e piano piano, sono sicura che troveranno la loro strada verso la mia nuova casa nella savana. Non vi ho detto che nel frattempo, il compagno di mia madre, venne a conoscenza della nostra ricerca di una nuova casa in affitto. Senza esitazione, ci offrì il suo aiuto e ci invitò a stare per un periodo di tempo nella casa che un tempo apparteneva a mia madre. È importante sottolineare che non mettevo piede in quell’appartamento dal lontano novembre 2012, quando ci fu l’ultimo saluto al suo funerale e di questo ve ne parlo nel mio libro che potrete leggere acquistandolo quà;
Il suo gesto di ospitalità ci lasciò completamente perplessi e grati allo stesso tempo. Non avremmo mai immaginato di ritrovarci a vivere in quella casa che, per tanto tempo, avevamo evitato di visitare. La gentilezza e l’appoggio che ci offriva in un momento di difficoltà non potevano essere ignorati o rifiutati. Così, ci trasferiamo temporaneamente nella casa che un tempo era di mia madre. L’ingresso, con i suoi ricordi e il suo carico emotivo, ci colpiva ogni volta che mettevamo piede all’interno. Le fotografie di famiglia appese alle pareti e i mobili che ricordavano la sua personale estetica rendevano l’ambiente familiare, ma allo stesso tempo sottolineavano un vuoto con dei ricordi che mai si potranno colmare.
Nonostante tutto, però, il soggiorno nella casa di mia madre si rivelò un periodo di riflessione e crescita personale. Lui si era temporaneamente trasferito in un altro appartamento e quando ci veniva a trovare, condividevamo storie e ricordi delle nostre vite. Fu in questa occasione che si riallacciò una corda che si era spezzata, questo mi rendeva felice e nel contempo mi rendeva dispiaciuta che quanto stesse accadendo a ridosso della partenza. Trascoriamo l’ultimo Natale del 2022 con la nostra famiglia. Eravamo in quattro. Poi festeggiammo il Capodanno del 2022 con la mia amica di sempre, Giovanna con la sua famiglia, sempre nell’appartamento di mia madre. Ormai era iniziato il conto alla rovescia del giorno in cui avrei lasciato il mio Trentino. Io e mio marito partimmo definitivamente il 12/01/2023.
Partiamo da Trento in treno per raggiungere l’aeroporto di Milano Malpensa con un totale di 14 valigie contenenti ciò che rimaneva dei nostri preziosi ricordi in Italia. Alla stazione, a darci supporto negli ultimi istanti, c’erano il compagno di mia madre e la mia cara amica Luciana, accompagnata dalla figlia. Se non fosse stato per loro, non so come avremmo fatto a caricare tutte quelle valigie noi due da soli, certamente il treno non avrebbe avuto tutta quella pazienza… L’addio alle mie care amiche è stata un’esperienza straziante. Sebbene fosse solo un temporaneo addio, il dolore della separazione si è protratto. Ancora oggi, sono le persone che mi mancano di più perché le tengo nel cuore. Durante gli ultimi momenti a Trento, ho davvero compreso l’importanza dell’amore e del sostegno incondizionato che mi hanno dimostrato, nei momenti di tutti questi anni di vita vissuti insieme tra gioie e dolori, ci frequentiamo dall’infanzia. Anche William partì con le lacrime agli occhi, lasciando un lavoro e nuove amicizie a Trento.
Destinazione savana – Kiberashi – Distretto di Kilindi Regione Tanga
Il 13 gennaio 2023 arrivammo a Dar es Salaam, in Tanzania. Ci trovavamo in Tanzania, provavamo un misto di emozioni dolciamaro, sapendo che questa volta la nostra vita in savana era definitiva e i nostri pensieri vagavano senza una data di ritorno in vista. Ci trovavamo tra il dubbio e la felicità, incerti di cosa ci aspettasse e se fosse cosa giusta. Senza perderci d’animo, iniziarono le corse quotidiane tra un ufficio e l’altro per effettuare le nuove trascrizioni di residenza. L’aria era intensamente calda a Dar es Salaam nel mese di gennaio, sembrava quasi ardente, ma in una settimana riusciamo a ottenere tutti i documenti necessari. Pertanto, partiamo verso la nostra savana.

I villaggi che si attraversano durante il viaggio di destinazione savana
Dopo poche ore di viaggio, cui in totale sono ben 8 ore, intravedo la mia parte di strada preferita, lo sterrato, quà inizia la vera vita nella savana rurale. Iniziavo a respirare quell’aria che non so descrivervi, ma che mi dà da sempre un senso di liberazione e benessere. Tra la vista degli animali, la natura incontaminata e i villaggi sperduti all’occhio del turismo, carichi di vita, osservavo le incombenze di tutti gli abitanti e gli schiamazzi dei bambini tra un metro e l’altro di percorso in macchina. In savana, non si vedono molte macchine passare, quindi scrutano bene chi ci stà all’interno e, alla vista di un bianco, iniziano a rincorrerti gridando di felicità, salutandoti con gioia.
Queste sono solo una parte di sensazioni ed emozioni indescrivibili.
Al nostro arrivo siamo stati calorosamente accolti dalla famiglia, con abbracci e lacrime di gioia che sono durate per settimane, poiché qui, nella parte meridionale del mondo, i saluti da parenti e amici sembrano non finire mai! Queste lunghe settimane si trasformano in una celebrazione continua, gioendo per il tuo arrivo. Di conseguenza, il mio cuore si riempie sempre più di calore per questa gente e questo luogo che mi ha dato tanto e mi ha insegnato preziose lezioni, sia nei momenti belli che in quelli difficili.
È importante sottolineare, che tutto il mondo “è paese” e non tutto ciò che luccica è oro, poiché anche nella savana ci sono persone buone e cattive, gelosie e malizie. La chiave sta sempre nell’esserne consapevoli, conoscere e discernere.
Si potrebbe dire che non avevamo ancora raggiunto la meta, ma due carichi di mattoni trainati da trattori sono arrivati insieme a noi. Questo perché il nostro progetto di ristrutturazione della nostra casa non si è mai fermato nemmeno mentre vivevamo in Italia e il nostro lavoro di ospitalità turistica sarebbe ripreso a maggio 2023 con diverse altre novità, dovevamo sbrigarci, mancavano pochi mesi.
Credevamo che iniziando presto avremmo potuto finire e prenderci qualche settimana di pausa, ci sbagliavamo…
Mentre scrivo questo articolo oggi, devo ammettere con rammarico che siamo riusciti a completare solo gli interni anche se con grande soddisfazione. A causa di affaticamento fisico e mentale, abbiamo temporaneamente interrotto i lavori all’arrivo dei nostri primi ospiti a maggio 2023. Ci siamo resi conto che dopo tutto l’anno di trascorsi, era arrivato il momento di fare una pausa, pensare a noi e concentrarci esclusivamente sui nostri ospiti. Le nostre menti esauste non avrebbero permesso di seguire i lavori senza danni da parte dei muratori.
Durante il periodo trascorso con la mia famiglia Maasai, ho avuto l’opportunità di immergermi nella loro affascinante cultura e modo di vivere. Ho imparato molto da loro, sia a livello personale che spirituale.
Una delle cose che ho notato sin dall’inizio è la loro forte connessione con la natura. Vivono in armonia con l’ambiente circostante, rispettando la terra e gli animali che li circondano. Ho imparato a riconoscere le diverse piante e i loro usi, come ad esempio l’Aloe vera per curare piccole ferite, l’Acacia per produrre carbone vegetale, la pianta del cotone e molto, molto altro.
La Tanzania mi ha accolto a braccia aperte
Ma quello che davvero mi ha colpito in tutti queati anni è la loro ospitalità. Non importa quanto poco abbiano, sono sempre pronti a condividere ciò che hanno con gli ospiti. Mi hanno accolto a braccia aperte nella loro comunità e mi hanno fatto sentire parte della famiglia. Abbiamo condiviso numerose risate e superato molti ostacoli insieme. Ho partecipato a tantissime delle loro cerimonie e celebrazioni tradizionali. Sono momenti di grande gioia e unità, dove il popolo maasai si riunisce per cantare, ballare e raccontare storie tramandate da generazioni. Questi momenti mi ispirano profondamente e mi fanno riflettere sulla forza della tradizione e della condivisione.

La Felicità
Una sera, un anziano signore maasai condivise con me una frase profonda che mi lasciò contemplativo e illuminato. Mi trovavo ad una cerimonia Maasai chiamata “Elatim” (significa circoncisione maschile), dove ci radunammo in cerchio, in attesa di una tazza calda di chai mentre conversavamo. Fu durante questo momento che l’anziano Maasai riuscì a commuovermi e farmi arrossire con il suo inaspettato commento.
“Cari Maasai, dovete onorare immensamente questa donna. Lei frequenta la nostra terra da molti anni e non è una straniera qualsiasi. Sa vivere tra di noi, comprende il nostro modo di essere e dimostra rispetto nei suoi rapporti al di fuori della nostra comunità. Si comporta come uno di noi, e soprattutto ha scelto di risiedere tra di noi. Questo significa il suo amore per noi e per questa terra. È la moglie di un Maasai, e non dimenticate mai questo.”
Rimasi senza parole, riuscii solo a esprimere la mia gratitudine con voce tremante. Mio marito mi guardò con gli occhi lucidi ma fiero di me. In quel momento, realizzai di aver abbracciato un cambiamento che avrebbe cambiato la mia vita. Domani non sarei tornata in Italia. Questa è ora la mia casa, la mia vita, e il mio amore per questo grande popolo Maasai si approfondisce ogni giorno di più.
Non è stato un percorso facile durante questa esperienza. Ho affrontato numerose sfide, come adattarmi a un nuovo stile di vita e imparare una lingua completamente diversa ma, queste difficoltà hanno solo rafforzato il mio carattere e mi hanno insegnato l’importanza della tenacia e della capacità di adattamento senza nessun ripensamento.
In conclusione, il tempo trascorso con la mia famiglia Maasai è un’esperienza profondamente arricchente sotto molteplici aspetti. Vivo in armonia con la natura, apprezzo le piccole gioie della vita e mostro gratitudine per tutto ciò che ho. Sono grata di aver avuto la possibilità di immergermi in questa cultura unica e di essere abbracciata da una comunità tanto calorosa e generosa.
La cultura Maasai, con le sue ricche tradizioni e cerimonie uniche, mi affascina sempre più ad ogni evento. Ogni volta che mi immergo nella loro comunità, mi sento avvolto da una magia antica e autentica. Le loro danze tradizionali, i loro canti pieni di significato hanno sempre catturato la mia attenzione e risvegliato fascino.
Mi rendo conto di quanto sia importante preservare e rispettare le diversità culturali di tutto il mondo. Ogni cultura rappresenta una maniera diversa di vedere la vita, di interpretare il mondo e di dare significato all’esistenza umana. Quando condivido le mie esperienze sui social media, spero che possa essere un modo per promuovere la consapevolezza e l’apprezzamento per queste meravigliose differenze.
Voglio che le persone possano vedere attraverso i miei occhi, sentire attraverso le mie parole e immergersi in una realtà che potrebbe essere distante dalla loro, ma che può arricchire le loro vite in modi inaspettati. La cultura Maasai va al di là dei colori vivaci delle loro vesti e della loro abilità nell’allevamento del bestiame. È una cultura che radica le sue tradizioni nella sapienza dei loro antenati, che si manifesta nel modo in cui vivono con la fierezza di essere maasai.
Con le amiche del cuore


Non potrò mai abbandonare il ricordo di queste ultime immagini, i saluti sono stati strazianti come fosse un addio e per questo dedico quest’ultimo pezzo a voi, alle mie più care amiche Giovanna e Luciana che porto quotidianamente nel mio cuore perché mi mancate tantissimo e vorrei avervi qui accanto a me in questo momento. Vorrei potervi regalare una parte della mia serenità, perché anche voi meritate di essere felici come lo sono io. Mi avete accompagnato nei momenti più difficili della mia vita, sostenendomi e standomi accanto, e per questo vi sarò eternamente grata.
Ognuna di voi ha il suo posto speciale nel mio cuore, e anche se siamo lontane fisicamente, la nostra amicizia è così forte che può superare qualsiasi distanza. Siete le mie compagne di avventure, le confidenti dei miei sogni e le custodi dei miei segreti più profondi. Grazie per avermi dato forza quando ne avevo bisogno, per avermi fatto ridere anche quando il cielo sembrava coperto di nuvole. Spero che queste parole possano raggiungervi lontano e farvi sorridere, così come voi avete fatto sorridere me innumerevoli volte. Vi voglio bene, mie care amiche, e spero di potervi riabbracciare presto. Fino ad allora, vi porterò sempre nel mio cuore.
Ma un caloroso abbraccio va anche a a tutti i miei ex colleghi e a tutte le persone che ho avuto accanto nella vita.
Ciao, con affetto Cristina e William
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