IL LATO OSCURO DELLA SAVANA: magia bianca e magia nera

Tutto comincia con quella sensazione sottile, quasi impercettibile, che ti sussurra all’orecchio e ti lascia con un brivido lungo la schiena. Quella cosa che incuriosisce è come un enigma avvolto in un’ombra, un invito a esplorare qualcosa di misterioso e affascinante. È un sentimento che ci spinge oltre i confini della nostra comprensione, alimentando la nostra curiosità e il desiderio di svelare i segreti nascosti del mondo. Che si tratti di un’antica leggenda o di altro, la cosa che incuriosisce ci spinge a cercare, a scoprire e a sperimentare tutto ciò che la vita ha da offrire.

Ciao, mi chiamo Cristina Valcanover, e sono nata e cresciuta nel bellissimo paese di Pergine Valsugana, situato nella suggestiva provincia di Trento, il 15 luglio 1970.

Dopo quasi 15 anni di andirivieni tra l’Italia e la Tanzania, e dopo lunga ponderazione, ho preso la decisione di trasferirmi definitivamente per concludere la mia vita con mio marito e la sua splendida famiglia maasai in una savana rurale della Tanzania. Se volete conoscere maggiori dettagli su questa straordinaria avventura per non risultare ripetitiva a chi mi segue da tempo, vi invito a leggere il mio articolo intitolato: Da Trento alla Tanzania.

Sin dalla prima volta che ho messo piede in questa terra magica ho compreso che da scoprire c’era tanto e volta per volta la mia curiosità di sapere cresceva sempre di più. Nel mio libro vi ho raccontato che inizialmente ho conosciuto una savana che non mi è piaciuta per niente e che dopo quell’esperienza non ci volevo più mettere piede in Tanzania. E’ proprio in quell’angolo di terra d’orata che ho iniziato a conoscere l’esistenza della magia bianca e della magia nera, quà chiamata la Makumba, una parola che fa terrore a tutti solo sentendola nominare e che consiglio a tutti quelli che arriveranno in Tanzania di pronunciare sottovoce e con tatto poichè esiste e non è una favola che si tramanda.

Ero finita in un villaggio masai di puro degrado, dove l’alcol prevaleva prima del cibo, ormai non possedevano quasi nulla, lì ho visto davvero bambini e donne vivere con la paura di sorridere e senza cibo. Certamente anch’io non posso dire di aver vissuto in modo migliore, dormivo in questa capanna maasai che dall’unica fessura esistente e pur non comprendendo ancora nulla di lingua maasai, capivo di essere vista e vissuta come una eventuale fonte economica, ma nonostante io non abbia avuto la fortuna di nascere con la camicia, ho accettato a malincuore di essere derubata di ben € 3.000,00 da chi mi aveva ospitato.

Quel che ho potuto l’ho fatto, tanto sapevo che lì non ci sarei mai più tornata. In fondo la lezione mi è servita. Non si va in un paese che non si conosce e a dormire da chi non si conosce. Poteva accadermi di peggio!

Safari in Tanzania
Parco Nazionale di Mikumi-Tanzania

Ed è in questo poverissimo villaggio maasai che ho assistito alla prima magia bianca. Questa esperienza è stata potente e ha lasciato un’impronta indelebile nella mia memoria. Mi ha profondamente toccato, la magia bianca che ho potuto osservare ha amplificato ancora di più la la spiritualità di quel luogo. La forza della comunità e la connessione con la natura mi hanno insegnato tanto, e sono grata per aver avuto l’opportunità di vivere un’esperienza così unica e trasformativa.

Una donna Maasai partorì in casa, proprio mentre vivevo da loro, in quel postaccio ci ero stata tre lunghi mesi, non potei ritornare prima visto fui derubata. Era un bellissimo bambino, strillava e non la finiva mai, finchè compresi che non accettava il latte dalla madre e nemmeno da altre neo mamme. Ero incazzatissima, avrei voluto comprare del latte in polvere, volevo almeno provarci, costava un botto e mi sentivo con le mani legate.

Mi sentivo così impotente di fronte a quella situazione. Essere testimone di una madre e di un neonato in difficoltà, senza poter fare nulla per aiutarli, mi causava un senso di frustrazione e impotenza. Desideravo poter dare al piccolo la nutrizione di cui aveva bisogno, volevo poter alleviare le preoccupazioni della madre, ma mi sentivo completamente impotente a causa della mancanza di risorse finanziarie.

Le lacrime mi rigavano il viso mentre cercavo di trovare una soluzione a questa situazione così straziante. Avrei voluto poter offrire almeno un po’ di conforto a quella famiglia comprando del latte in polvere che costava una follia, ma purtroppo mi resi conto che le mie mani erano legate dalla mancanza di denaro.

Mi rivolsi in modo scontroso e minaccioso a quell’alcolizzato di maasai che mi portò via i miei soldi e lo intimai di fare qualcosa con urgenza o lo avrei fatto mettere in galera! Quà della polizia hanno tutti paura, il turista in questo senso è protetto e in ogni caso il furto è punito con la prigione e esci solo se restituisci tutto il dovuto. La rabbia mi montava dentro mentre lo guardavo con disprezzo, i miei pensieri erano turbolenti e il desiderio di giustizia mi attraversava come un torrente in piena.

Non potevo permettere che qualcuno si approfittasse di me in quel modo. La determinazione negli occhi del maasai mi fece capire che non avrebbe ceduto facilmente, ma io sapevo di avere il diritto dalla mia parte e non avrei esitato a fare appello alle autorità competenti se necessario. Trascorsi dei momenti tesi in cui sembrava che nessuno volesse cedere, ma alla fine la situazione si sbloccò e fu come se il mio denaro fosse restituito. In quel momento provai un senso di sollievo misto a trionfo, consapevole di aver difeso i miei diritti e la mia dignità in un luogo in cui l’onestà e il rispetto reciproco devono prevalere.

Si vendette una delle ultime mucche rimaste e ben gli stava; peccato che, invece di comprare latte in polvere che nell’anno 2012 costava ben €120,00 soli tre chili, decise di pagare un falso stregone che si spacciava per uno che avrebbe saputo risolvere il problema a quella povera donna. La donna, purtroppo, cadde vittima delle false promesse dell’individuo senza scrupoli.

Notai un’atmosfera pesante avvolgere la scena appena ho posato lo sguardo su di essa. La tristezza e la disperazione erano palpabili nell’aria, come se potessero essere toccate con mano. Quell’uomo, visibilmente ubriaco, sembrava non rendersi conto della gravità della situazione, mentre la giovane madre Maasai lottava con tutte le sue forze per contenere il dolore. La sua sofferenza era così intensa da renderla incapace persino di versare lacrime, eppure il suo sguardo raccontava una storia di dolore e rassegnazione.

In quel momento, ho compreso che la scena di fronte a me rappresentava una tragica e disperata realtà, un’immagine dell’ingiustizia e della sofferenza che affliggono molte persone in questo mondo. Quell’esperienza ha lasciato un’impronta profonda nella mia anima, spingendomi a riflettere sul significato di empatia e compassione, e su come possiamo fare la differenza nella vita degli altri.

L’uomo iniziò con il tirare il collo ad una gallina nera iniziando a sventolarla ovunque e verso ognuno di noi in segno di “scaccia tutto” poi, gettò improvvisamente la povera bestia a terra, si diresse verso la donna le prese un seno per volta e iniziò a succhiarlo in modo violento fino a mostrarci che dal seno uscirono due robe che assomigliavano a due denti e fece la stessa procedura su un ragazzo che lamentava male alla testa.

Per questa specie di sciamano, l’opera era finita e tutto era risolto, se ne andò con la bellezza di € 250,00 dicendo che il male se ne era andato. Il bambino morì di fame e stenti dopo nemmeno una settimana di vita! L’impotenza e il dolore che ho vissuto è indescrivibile, avrei avuto voglia di urlare dal dolore insopportabile che ho vissuto insieme a quella donna che incrociava il mio sguardo, capendoci senza scambiarci una sola parola.

Con questo triste racconto concludo la prima parte, confermando con grande convinzione che la magia bianca esiste veramente. Non intendo certamente la falsa magia praticata da chi si spaccia per un santone, come ho descritto in precedenza. Qui nella mia nuova e amata savana, dove vivo felicemente con mio marito e la sua meravigliosa famiglia, ho avuto l’opportunità di assistere a riti di magia bianca che sono riusciti a infondermi sentimenti di gioia e positività. Al contrario, l’altro individuo di cui parlo, quest’ultimo è un maasai autentico che non ha nulla a che vedere con il personaggio precedentemente menzionato.

Il rito di magia bianca preparato da mio marito William si tramutò in un’esperienza straordinaria che rimarrà impressa nella mia memoria per sempre. Mentre mi preparavo ad iniziare la mia nuova vita nella bellissima savana della Tanzania, William decise di sorprendermi con un regalo davvero unico: un rituale di magia bianca che si protrasse per ben due giorni consecutivi.

La sua premura nel volermi donare un segno di buon auspicio per questa nuova fase della mia vita mi commosse profondamente, e la bellezza e la potenza del rito che mi fu donato mi toccarono nel profondo dell’anima. Sotto il cielo stellato della savana, circondata dalla maestosità della natura africana, mi immerse in un’atmosfera di connessione e di profonda spiritualità. E proprio in quei momenti di pura magia, mi resi conto di quanto sia fortunata ad avere accanto a me una persona così speciale, capace di compiere gesti così straordinari per farmi sentire amata e protetta in un momento così significativo della mia vita.

Il tutto si trasformò in una preghiera ininterrotta tra il giorno e la notte stellata della savana con la partecipazione di tutti i villaggi maasai che ci circondano ed il silenzio della preghiera di uniuno di noi s’interrompeva circa ogni ora con un immenso AMEN. So che alcuni di voi non crederanno alle parole che userò ora, ma questo uomo è riuscito ed entrare nel mio mondo personale e leggere le mie sofferenze nascoste che non sono piccolezze bensì segreti personali che solo io conosco, sofferenze che mi hanno limitato la vita. Non so se sono riuscita a spiegarmi, ad ogni modo non è un ciarlatano e nemmeno un cartomante, che poi volendo ne esitono di bravissimi anche di questi.

La sua capacità di percepire e comprendere le esperienze interiori di ognuno di noi è stata davvero straordinaria e profonda. Con la sua presenza rassicurante è riuscito a penetrare nei meandri più oscuri della mia anima, portando alla luce dolori e difficoltà che ho sempre tentato di nascondere persino a me stessa. Si è rivelato un custode di segreti, un guaritore delle ferite dell’anima, un compagno silenzioso nei momenti di sconforto e di incertezza. E, nonostante le mie iniziali perplessità, devo ammettere che il suo intervento ha gettato una luce nuova e rivelatrice su aspetti della mia vita che credevo sepolti per sempre nel passato.

Ora guardo al futuro con una consapevolezza e una serenità rinnovate, pronta ad affrontare le sfide che mi aspettano, armata dell’incrollabile fiducia che lui è riuscito a comunicarmi. Forse è difficile comprendere a pieno la portata di questa esperienza senza averla vissuta in prima persona, ma posso assicurarvi che la sua presenza è stata un dono prezioso che ha cambiato il mio modo di percepire me stessa e il mondo che mi circonda.

La santificazione finale della nostra casa è stata un momento significativo, attraverso il quale ogni angolo ha ricevuto una benedizione speciale per assicurare la presenza di buona fortuna e protezione. Questo rituale ci ha anche portato un consiglio prezioso: evitare di ospitare persone locali sconosciute per evitare possibili conseguenze negative dovute all’invidia e alla cattiva energia. Vivendo personalmente questa esperienza e percependone gli effetti positivi, ho abbracciato pienamente questa pratica, ricevendo tutto l’appoggio necessario da parte di mio marito.


Nelle mie sessioni live dei social mi chiedono spesso se esiste la magia nera, conosciuta qui come ‘makumba’. Confermo la sua esistenza.

Ho trascorso i miei primi anni nella savana con spensieratezza, non credendo affatto alla sua esistenza. Tuttavia, col tempo, ho dovuto ricredermi e ho attraversato un lungo periodo di paura. Nella savana, come in altri luoghi dell’Africa, ci sono varie persone che la praticano, appartenenti a diverse religioni e tribù. Come si può immaginare, sono individui tipicamente invidiosi e malvagi.

Come molti di voi sapranno, abbiamo iniziato a costruire la nostra casa nell’anno 2016. Sebbene non sia ancora completa, i progressi sono evidenti. Onestamente, abbiamo entrambi dedicato un considerevole sforzo e fatto numerose rinunce nella realizzazione di questo progetto.

Ricorderò sempre la fine dell’allungamento della casa avvenuta nel corso del 2019. Un giorno, uno degli zii di mio marito, che risiede nelle immediate vicinanze, venne a visitare la nostra dimora. Apprezzò la bellezza della casa, ma ci fece una particolare osservazione: “Avete costruito una casa stupenda, ma da questo momento in poi, preparatevi… scoprirete chi sono veramente i vostri amici e chi non lo erano”.

Nel corso del 2020, dopo essere tornati in Italia, ci siamo trovati ad affrontare un lockdown inaspettato, come tanti altri, causa pandemia corona virus. Durante questo periodo di incertezza e difficoltà, un telefonata da parte di un amico ha aggiunto un’ulteriore sfumatura di inquietudine alla situazione. Questo amico, preoccupato, ci ha raccontato di voci che circolavano riguardo alla nostra casa in savana e di come alcune persone auspicassero addirittura il cedimento della struttura mentre eravamo assenti, a causa di una grande crepa che si era formata.

Nonostante la notizia fosse sconcertante, abbiamo deciso di affrontarla con coraggio e determinazione. Abbiamo ringraziato il nostro amico per avercela comunicata e immediatamente preso provvedimenti per riparare il danno. Abbiamo contattato un muratore di fiducia e ci siamo assicurati che la nostra casa fosse al sicuro e in condizioni ottimali.

Questa esperienza ci ha insegnato quanto sia importante poter contare sull’aiuto e il supporto delle persone care, ma anche quanto sia fondamentale mantenere la serenità e prendere decisioni rapide e oculate di fronte alle avversità. Abbiamo superato quella situazione, ma ci ha lasciato una lezione preziosa: la consapevolezza dell’importanza di essere proattivi e tempestivi nella gestione di situazioni impreviste e potenzialmente pericolose.

Terminato il periodo di chiusura a causa del coronavirus, ci dirigiamo verso la Tanzania e immediatamente ci tornano alla mente le famose parole dello zio. Ci siamo resi conto di un distacco disarmante da molte persone, ma eravamo consapevoli di non aver arrecato danno a nessuno, se non aver agito con eccessiva generosità.

Al mio ritorno da “mama savana” però, quell’anziano maasai che stimavo tanto mi lasciò perplessa. Veniva a casa mia ogni giorno, passando intere giornate seduto a osservare i nostri operai al lavoro. Inizialmente non diedi importanza alla cosa, pensando che fosse soltanto un modo per trascorrere le ore. Tuttavia, questa abitudine è continuata nel tempo, finché un giorno mi alzai dal letto scoprendo di avere un dito del piede molto gonfio e dolorante.

Pensai… strano, non avevo lacerazioni, non avevo nessuna puntura di insetto eppure si stava gonfiando a vista d’occhio quasi come se esplodesse da un momento all’altro fino a quando mi parti la stessa cosa sulla coscia ed era veramente strano. La cosa peggiorò fino a trasformarsi in una enorme chiazza di pus. Chiamammo il medico poiché anche la febbre saliva.

Iniziò con un esame per individuare il virus, tuttavia senza successo. Successivamente, iniziai una terapia a base di antibiotici, ma dopo 3 mesi tornai a casa ancora provata dai dolori, e ancora oggi porto con me le cicatrici di quell’esperienza. Nessuno si preoccupò di quell’uomo, ma la particolarità dei miei sintomi destò l’attenzione di tutti poichè non faceva parte di nessun sintomo a loro conosciuto.

Tramonto in savana

I mesi trascorrevano tranquillamente e quell’uomo cercava costantemente solo me, desiderava sempre qualcosa soltanto da me, che fosse un bicchiere d’acqua, una sigaretta, un pensiero dall’Italia e quando non mi trovava chiedeva dove fossi. Pensavo fosse una splendida forma di affetto fino a quando un giorno capii. Quel “qualcosa di mio” serviva ad augurarmi il male!

Mi trovavo in stanza con mio marito quando, sbirciando dalla finestra, lo intravidi seduto su uno sgabello. Non si accorse di essere osservato da noi e il suo sguardo, che potrei definire più come cattivo che strano, sembrava essere infuocato mentre scrutava la nostra casa da cima a fondo. I suoi occhi non li scorderò mai, sembravano quelli di un diavolo.

In quel preciso istante, mio marito mi invitò all’astenermi dal fissare nuovamente lo sguardo di quell’uomo. A quel punto, avevo compreso le sue intenzioni e realizzato che il timore che provavo nei suoi confronti avrebbe prevalso, portandomi rapidamente a essere confinata a un letto per cure, come era già successo in passato. Non smetteva di cercarmi in modo insistente, al punto da non salutare più nemmeno la mia famiglia ma solo chiedere costantemente dove fossi.

Una mattina mi ritrovai in cucina con lui, entrò senza nemmeno aver chiesto il permesso. Decisi di lasciarlo solo lì e mi allontanai in silenzio per rifugiarmi da mia cognata che vive fronte a casa nostra. Rimasi in silenzio mentre lo sentivo chiedere a tutti dove fossi finita, e mia cognata gli disse che ero andata a controllare la nostra campagna, solo così se ne andò.

Da quel giorno, mio suocero gli proibì di mettere piede nel nostro terreno in assenza di mio marito, e io smisi persino di salutarlo stringendogli la mano come facevo di solito. Sembrava desiderasse questo, cercava il mio sguardo, voleva farmi sentire a disagio, sapeva bene come colpire la mia debolezza nell’aver compreso le sue intenzioni. Forse era infastidito nel vedere il proseguimento dei lavori di ristrutturazione della nostra casa e desiderava vedermi soffrire o andarmene.

Due vicine di casa confidandosi con noi, raccontarono di aver avuto le stesse infezioni persistite per mesi, proprio come me, a causa di futili discussioni con lo stesso signore. Più volte anche noi lo abbiamo visto girovagare di notte senza usare alcuna torcia per non farsi notare, passando attorno alla nostra proprietà più volte, ignaro di essere osservato. Le donne confermarono la stessa situazione, segnalando che avveniva anche di notte.

Dopo ogni sua visita, mia suocera girava per la mia casa pregando ad alta voce e tracciando croci con il sale, pronunciando continuamente “TOKA”, che significa vattene, nel tentativo di allontanare il male.

La mia famiglia mi consigliò di non visitare nessuno finché avessi vissuto con la paura di incontrare lui e di essere colpita da qualche malanno. Così ho fatto, mi sono spostata solo in compagnia di mio marito. Oggi sembra che tutto sia rientrato alla normalità e abbiamo riacquistato il rispetto di sempre. In realtà stiamo solo continuando la nostra vita, senza preoccuparci di chi ci vuole male. Io ho smesso di avere paura e loro hanno capito che non ci importa di loro.

È evidente come la determinazione e la volontà di andare avanti abbiano portato a una riscoperta della forza interiore. La consapevolezza di non lasciare che le opinioni o le malevoli intenzioni altrui influenzino il proprio percorso è un segno di grande maturità e autodeterminazione. Guardare al futuro con progetti migliori è un atto di fiducia e ottimismo, dimostrando una volontà indomita di perseguire la propria felicità.

In conclusione è importante ricordare che la resilienza e la capacità di superare le avversità sono elementi fondamentali per costruire un futuro più luminoso e gratificante.

Ti ringraziamo per averci dedicato del tempo e speriamo che l’articolo ti sia piaciuto. Se è così, non esitare a lasciarci un like e un commento quà sotto, grazie!

By Cristina Valcanover

34 pensieri su “IL LATO OSCURO DELLA SAVANA: magia bianca e magia nera

      1. Anonimo

        Ciao Cristina,racconto davvero toccante,mi hai emozionata tantissimo, nonostante i momenti molto difficili,non hai mollato e hai sempre lottato come una leonessa!! Racconto davvero incredibile ❤️

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      2. Anonimo

        ogni volta che ti sento parlare della tua nuova vita e della tua …rinascita, mi si illumina davvero il cuore. Dalle tue parole davvero esce pace, conoscenza e maturità. Davvero grazie, dai tuoi scritti, alle tue live tu mi regali ogni gg un po del mio io Masai. Eva

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  1. Anonimo

    La capacità di far del male è incredibile.
    Il villaggio Masai in cui vivi, emana un calore familiare incredibile
    È l’esempio di come deve essere una famiglia, la protezione e l’amore hanno vinto

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  2. Anonimo

    Credo sia discutibile l’argomento magia bianca e nera. Il mondo si rincorre da secoli lasciando inanimate le capacità di creare malocchi o macumbe. Il bene e il male che contengono l’interiorità di una persona hanno dei semi che tramite lo sguardo ne generano la contaminazione, é da uno sguardo che impari a conoscere un’anima e da qui scegliere se vuoi che faccia parte del tuo percorso. Nessun essere può costringerti a vivere una putrefazione del corpo tramite macumbe perché é invidioso, tanto meno appropriarsi del tuo futuro e farne un incubo. Credo sia sconveniente scrivere delle proprie paure e farne autenticità. Un caro saluto di vero cuore. Carla

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  3. Anonimo

    Leggendo il suo blog, mi sono venuti i brividi in tutto il corpo,da questo ho capito che bisogna essere sempre positivi in tutto.Grazie per la sua testimonianza signora Cristina,le mando un abbraccio virtuale 😘

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  4. Anonimo

    Grazie Cristina! Certo che la “magia” esiste, se conosciamo quella bianca dobbiamo sempre tener presente che esiste anche l’altra, sono le due facce della stessa medaglia. L’importante è che siano in equilibrio e possiamo aiutare questo equilibrio con il nostro atteggiamento e la nostra buona intenzione positiva, senza paura! Ancora grazie! Patrizia

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  5. Anonimo

    Grazie Cristina! Certo che la “magia” esiste, se conosciamo quella bianca dobbiamo sempre tener presente che esiste anche l’altra, sono le due facce della stessa medaglia. L’importante è che siano in equilibrio e possiamo aiutare questo equilibrio con il nostro atteggiamento e la nostra buona intenzione positiva, senza paura! Ancora grazie!

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