La mia vita in mezzo al popolo maasai nella savana della Tanzania;
Conoscere e capire questa cultura vivendo insieme alla tribù masai è davvero affascinante, non smettono mai di stupirmi ed è sempre più forte il legame che mi unisce a questo grande popolo maasai.
Questo è solo l’inizio della prima parte di cerimonia masai, in questi giorni verranno stabilite le date di celebrazione di “EMANYATA” (in masai uomo grande), cui anche William quale mio marito, sarà uno dei tanti festeggiati. E’ una delle feste più attese e di grande rilievo, rimarrà segnata nella storia dei masai con persino la partecipazione delle TV locali più famose.
Spesso sulla nostra pagina Facebook quale;
Posto foto e dirette, è grande l’entusiasmo che provo a rendervi partecipi nella mia quotidianità di vita nella savana della Tanzania, ma a volte mi riesce davvero difficile spiegarvi il momento e le forti emozioni che mi avvolgono.
“Che poi, sicuramente andrebbero aggiornati anche i documentari, li sto trovando alquanto antiquati sulle loro tradizioni dove si parla ancora di infibulazione, ma è una storia antica e oggi in Tanzania tale pratica è vietata per legge, se poi qualcuno la pratica ugualmente a insaputa di altri beh, boo, ma si sappia che rischia grosso. Si pensa che i Maasai bevano l’urina del proprio bestiame, ma è un’altra cosa non vera, è qualcosa che forse qualcuno anche oltre i maasai ha fatto o fa in altre occasioni, ma non di certo nella nostra zona, come quando io bevvi l’olio di coda di pecora col quale mi curarono, chissà quale sia la motivazione che porta a credere alle “fake news” senza approfondire. Poi si parla di Masai Kenya, come se i Maasai fossero solo in Kenya ma sono anche in Tanzania, che tra l’altro tra i due paesi i maasai usano tradizioni definite con nomi e tempi diversi, parlano solo la stessa lingua e si considerano stessa tribù. La zona dove loro vivono si chiama Steppa Maasai. Se si prende la cartina, geografica della Tanzania si vede la delineazione della zona che si chiama proprio così”.
Tratto dal nostro libro LA FELICITA’ TRA I MAASAI
La preparazione della festa/celebrazione maasai;
Nei giorni scorsi, sempre tramite la nostra pagina Facebook vi ho mostrato una cerimonia della durata di tre giorni tra salti, balli e canti svoltasi ad Elerai, un grande villaggio sito nella steppa masai del distretto di Kilindi in Tanzania nella regione di Tanga.
Si trova a soli dieci minuti di moto da casa nostra, percorrendo una strada sterrata dai tanti colori a partire dal beige al rosso fino ad arrivare al colore bianco come la farina, girovagando in savana a volte rimango incredula nell’osservare la vegetazione e dai colori così tanti e diversi a distanza di pochi metri (ma di questi spettacoli ve ne parlerò in altro articolo, non voglio uscire dal tema).
Passaggi di ruolo, cultura e tradizione maasai;
In realtà la festa menzionata, è iniziata mesi prima tra celebrazioni, riunioni maasai e autorizzazioni dei grandi capi maasai, si doveva decidere con la comunità se le fasce dei maasai più piccoli erano idonei a diventare dei veri guerrieri quali denominati “morani” in lingua maasai, nel contempo si doveva decidere chi lasciava il posto ai nuovi morani poiché i precedenti guerrieri prendevano il nuovo ruolo subentrando nella fascia degli adulti a vita.
Questi passaggi non sono ovviamente scelte fatte a caso, si vanno a coprire ruoli importanti, bisogna risultare affidabili e molto responsabili, più si va avanti e più si ha potere decisionale delle fasce più piccole, non è sempre semplice decidere per altre persone, e i meeting maasai in merito durano lunghi mesi prima di effettuare alcuna celebrazione, sono ponderate con molta attenzione.
Una volta che un maasai diventa grande, non sarà vietato, ma si abbandoneranno anche le magnifiche acconciature di capelli o code lunghe fino al fondo schiena, grazie a della lana nera che finge da “extension”. Sono gli uomini stessi ad aiutarsi tra loro e dare forma a creare tantissime “minuscole” treccine che in genere la maggior parte dei giovani guerrieri maasai usano portare e si passa al capello corto o a testa rasata per tutto il resto della vita.
Le donne maasai hanno un grande lavoro di preparazione in attesa del grande giorno di festa, i loro figli diventano i nuovi guerrieri detti “morani” in lingua maasai, o i loro mariti diventano “grandi”, questa celebrazione deve essere bella e ricordata da tutti, soprattutto in famiglia.
Con la gioia dell’attesa ed entusiasmo le “yeyo” (donna maasai) iniziano mesi prima la preparazione di bellissimi ed incredibili lavori artigianali di perline e “ghinghilli” che per tradizione e cultura maasai lavorano da sempre. I loro famigliari devono essere belli e diversi, si fanno o rifanno bracciali, collane, porta tabacco, cinte, orecchini, addobbi per capelli, cavaliere e molto altro ancora.
Iniziano i lavori di restaurazione e abbellimento delle case, si attendono i mercati maasai, è giunto il momento di vendere mucche o capre, serve monetizzazione ad organizzare la spesa di pasti e bevande agli invitati, i nuovi guerrieri dovranno essere vestiti (seruni in lingua maasai) di nero e si coloreranno parti del capo e del corpo di colore rosso, con della polvere ricavata da un frutto.
In genere a queste feste i maasai partecipanti sono a centinaia o anche più e possono arrivare anche da lunghe distanze. Il capo famiglia deciderà la parte del bestiame da sacrificare, alla festa scorsa ad esempio sono state macellate ben quattro mucche pronte da grigliare, i presenti erano a centinaia e provenienti da più comuni della Tanzania.
Conoscete la storia passata delle usanze e tradizioni masai?
Nelle antiche tradizioni maasai, i vecchi vogliono ricordare quanto accadeva nella vita passata e raccontano che nella storia i maasai facevano spesso guerriglie anche tra loro, tra villaggi e non solo quindi le usanze e i motivi di questi passaggi di ruolo e cerimonie nella loro vita sono solo ed esclusivamente QUATTRO e denominate come quanto segue;
- ELATIM; in lingua maasai significa circoncisione maschile che il ragazzino attende e vive come un traguardo importante della sua vita. (Voglio ricordare che l’infibulazione femminile è invece non più usata dal popolo masai e vietata per legge).
- EUNOTO; la cerimonia segna la transizione dei morani (guerrieri junior) diventando guerrieri anziani. Un volta dopo che i morani vivevano fino a 10 anni insieme in un “campo guerrieri” lontano dai loro villaggi di origine. Durante questo periodo, imparano come prendersi cura dei loro animali, proteggere la loro famiglia e portare gli obblighi di un guerriero Maasai (ora i tempi stanno cambiando e alcune tradizioni come queste si portano avanti ma non più in tutte le zone o villaggi maasai della Tanzania).
- EMANYATA; in lingua maasai significa diventare grande, lasciando spazio ad un nuovo guerriero o detto “morani”, abbandonato il ruolo si diventa uomo maturo e adulto con molte più responsabilità.
- LORBAAK; in lingua maasai è il termine dato a ricordare le guerriglie del passato tra tribù maasai e ora usato a festeggiare le attuali e future cerimonie ricordando sempre pace e serenità, non dimenticando il passato ma vivendo le feste in armonia. Un maasai dopo essere diventato grande e aver festeggiato con EMANYATA potrà festeggiare LORBAAK scegliendo il maasai a lui più caro, la persona selezionata non potrà rifiutare l’invito per nessun motivo è sarà obbligato a dividere la spesa della cerimonia. Passeranno due giorni di festa stando sempre vicino e insieme dimostrando l’amicizia tra loro in segno di pace per la vita.
Tutti conosciamo i masai come cacciatori di leoni;
Al passaggio “EMANYATA” (uomo adulto) in ricordo di “LORBAAK” verrà indossata sul capo l’originale criniera del leone, la stessa è tramandata da generazioni a generazioni, non esiste da comprare, fa parte del passato, i nonni e bisnonni cacciavano i leoni per difendere il bestiame, la loro persona e i villaggi abitati. Ad ogni capo veniva prelevata la criniera in ricordo di quel momento, ecco uno dei motivi per cui ancora viene utilizzata nelle celebrazioni maasai. Questo popolo ha tradizioni e culture sradicate negli anni che portano avanti con fierezza.
Al giorno d’oggi non esiste che un maasai o altra persona ammazzi un leone, sono protetti, chi trasgredisce la legge sarà punito con il carcere e un’ammenda molto salata. Ormai anche in Tanzania i leoni sono diventati l’attrazione turistica più ricercata dal viaggiatore, e sono protetti in parchi naturali insieme ad altri tanti animali, realizzandone i famosi “safari”, ed in Tanzania ce ne sono molti.
Non è raro l’avvistamento di leoni, elefanti e altri nella nostra zona, siamo solo a tre ore di bus dalla regione Manyara, ove si trova “il Parco Nazionale del lago Manyara” . Gli animali sono controllati e protetti dalle guardie forestali come anti bracconaggio dei parchi, e in questo caso i locali vengono avvisati di prestare la massima attenzione negli spostamenti con il bestiame, ma in genere dopo qualche giorno riescono a farli rientrare alla base.
Quale è l’animale pericoloso per un maasai?
Avete mai provato a chiedere ad un masai quale possa essere l’animale che più lo intimorisce?
secondo voi quale potrebbe essere la risposta?
- il leone?
- il leopardo?
Risposta errata;
vi direbbero che questi animali potenzialmente conosciuti come pericolosi, li saprebbero cacciare e combattere, mentre gli animali cui rendono un maasai indifeso e impotente sono elefanti e bufali, incredibile ma vero.
In passato gli animali non erano custoditi nei grandi parchi che la Tanzania possiede, in poche ore percorrevano km di strada spostandosi velocemente, gli elefanti hanno dimensioni enormi e creavano non pochi danni distruggendo case e villaggi interi, il bufalo poiché è silenzioso e velocissimo nell’attacco. Per questo motivo i maasai erano nomadi e non si fermavano troppo tempo nello stesso territorio.
By Cristina e William
Un viaggio speciale, un’esperienza indimenticabile anche per te, ti aspettiamo in mezzo alle tribù della savana in Tanzania!
Se l’articolo vi è piaciuto lasciateci un commento, a noi farà piacere leggervi e rispondervi. Vi attendiamo in savana!
CONTATTO;
Pingback: Da Trento alla Tanzania per vivere da moglie di un masai. La storia di Cristina Valcanover - ItalianiOvunque.com
Ho letto con estrema curiosità e piacere questi passaggi tradizionali e culturali .tutti..me compresa,sentono parlare di masai..di dove vivono..come si vestono…ma il perche di certi colori…di chi ha o ha i capelli lunghi…fel corpo ricoperto di colore rosso che a volte si vefe in alcune foto…grazie a te ora lo comprendo alla perfezione.
Bellissimo che vogliono che la tradizione nn scompaia.vorrei fare un paio di domande..ma c’è un età particolare tra un passaggio cerimoniale e l’altro o è il consjglio che osserva e decide?come fanno ad osservare la maturità di un ragazzo x farlo diventare uomo..visto che credo siano in tanti….
E ultima cosa…anche x le donne esistono cerimonie simili?
Sono FELICISSIMA di potervi seguire ed impare cose nuove.
Un abbraccio
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Carissima Alessandra grazie mille, fa piacere sapere che troviate utile ed interessante quanto descrivo della mia vita in mezzo ai maasai. In merito alle tue domande trovi risposta proprio in questo articolo, non esiste età particolare ma ogni padre conosce abbastanza il proprio figlio e decidere se ritenerlo idoneo ai vari passaggi di ruolo. Per le donne invece non esiste nessun passaggio da festeggiare loro partecipano con onore alle cerimonie. Vieni a trovarci… sarà tutto più comprensibile dai tuoi occhi.
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