Mancava una settimana al decollo Italia-Tanzania, ed ero pervasa da una sensazione di euforia. Era finalmente arrivato il momento di tornare a casa savana con mio marito dalla nostra meravigliosa famiglia maasai. Tuttavia, c’era qualcosa che iniziava a turbarmi: un leggero ma fastidioso mal di denti che si faceva sentire sempre di più.
Mi sembrava incredibile che quest’inconveniente potesse presentarsi proprio ora, a ridosso della partenza per un’esperienza di un intero anno in Tanzania. Non volevo che un dolore improvviso potesse rovinare i momenti meravigliosi che mi attendevano durante il nostro soggiorno nella savana lontana da tutto. Non solo temevo le difficoltà logistiche nel trovare un buon dentista nelle vicinanze, ma anche la possibilità che questo fastidio potesse intensificarsi diventando insopportabile durante il nostro periodo di permanenza lontano da casa.
Avrei potuto ignorare il mal di denti e sperare che si risolvesse da solo, ma non volevo correre il rischio di dover affrontare una situazione ancora più complicata e dolorosa in futuro. Avevo bisogno di trovare una soluzione rapida ed efficace che mi permettesse di partire in pace e godermi appieno questa splendida avventura maasai.
Dato che viviamo in una remota savana, lontana dalle città e dai servizi convenzionali, sapevo che avrei dovuto fare delle ricerche approfondite per trovare un dentista affidabile e qualificato nelle vicinanze. Mi sentivo grata di avere a disposizione il tempo sufficiente per fare queste ricerche ed evitare improvvisazioni sulla fiducia di un posto a caso, magari compromettendo la mia salute dentale.
Ho iniziato a consultare guide locali, siti di viaggi e persino le recensioni dei viaggiatori
Un ascesso in savana
Mi trovavo da “Mama Savana” da alcuni mesi ormai; tutto procedeva senza intoppi e il mio dolore sembrava essere un ricordo lontano. Finché un giorno…
Improvvisamente iniziai a provare fastidio in quella zona. Una mattina, mi sono svegliata con l’inizio di un ascesso che non avevo mai avuto prima! La mia guancia si stava gonfiando così tanto che riuscivo a malapena ad aprire un occhio, e il gonfiore ha raggiunto persino l’orecchio. Avevo bisogno di un trattamento urgente, quindi ho iniziato immediatamente una terapia a base di antibiotici.
Porto sempre con me “la farmacia italiana”, non che i loro farmaci non siano validi, ho avuto necessità di assumerne in varie occasioni, funzionano, ma non sopporto il fatto che li vendano separati dalla confezione, senza istruzioni come da sempre sono abituata a leggere; i dosaggi sembrano minori rispetto ai nostri, si contano le pasticche appoggiandole direttamente sul palmo della mano o inserendole in piccoli sacchetti neri di plastica che ricordano i sacchi dell’immondizia, da poco il paese li ha aboliti ma in ogni caso li hanno sostituiti con dei pezzi di carta usata. Se alla fine della cura i tuoi sintomi non sono svaniti, potrai rivolgerti allo stesso dispensario ed acquistarne altre, qua funziona così.
Dal resto, mi trovo in una savana nel bel mezzo del niente, come sempre vi rammento.
Il gonfiore ed il dolore causato dall’ascesso, iniziò a celare dopo qualche giorno, finalmente il mio viso stava rientrando alla normalità. Mi sentivo così debole che nemmeno avevo la forza di alzarmi dal letto, questo è l’effetto che a me lascia l’antibiotico, “mi ammazza”… Mio marito Willy in questi casi è più presente di sempre e subito pronto ad occuparsi di me. Lui, mia suocera e la presenza della famiglia la sento forte, fanno di tutto pur di aiutarmi a tornare in forza. William in Italia ha imparato a cucinare la nostra pasta, così pur di farmi tornare l’appetito, si mette al lavoro dinanzi al fuoco preparandomi ottimi pranzi, nonostante la mancanza di appetito cerco di non deludere e mangio. Dopo aver vissuto troppi anni l’esperienza delle chemioterapie questo è l’effetto rimastomi, sono forte e reagisco ad ogni imprevisto ma ci impiego più tempo. (vedi articolo cliccando qua sotto nel pulsante…)
L’antibiotico mi distrugge, mi servono settimane intere a raggiungere la ripresa. Mia suocera, nel vedermi così debole, si preoccupò. Ogni giorno si recava nell’adiacente foresta alla ricerca di qualche fresca pianta di aloe. Mi raccontava che le foglie di questa preziosa pianta sono state usate da sempre dai Maasai come rimedio naturale per molte cure, in quanto contengono proprietà medicinali miracolose. L’aloe, ad esempio, mantiene lo stomaco pulito. Basta mettere una foglia all’interno di una casseruola con dell’acqua e portare il tutto ad ebollizione. Poi si lascia riposare fino a quando diventa fredda. Si deve berne almeno un litro, sorseggiandolo come se si stesse gustando una tazza di thè. Il sapore non è il massimo, sa di erba molto amarognola, non è una bevanda gustosa affatto. Esso funge da fermento lattico, curando problemi di stiticità. Inoltre, cura qualsiasi ferita, poiché rompendo una foglia direttamente sulla parte lesa, fuoriesce del liquido gelatinoso che funge da disinfettante naturale.
I maasai hanno le mani curative
La stessa pianta viene da loro utilizzata in caso di dolori articolari, muscolari, slogature, fratture. La colgono selezionando delle grandi foglie di Aloe, che guarda caso sembrano avere la forma dei loro sandali di copertone. La foglia viene adagiata delicatamente sopra il fuoco e riscaldata a tal punto da sentirne con la mano il liquido interno senza farlo fuoriuscire (non so come facciano a non bruciarla). A lavoro ultimato, le foglie di aloe ancora bollenti vengono sistemate a terra e cercano di calzarle come se fossero delle scarpe, e dovranno starci sopra qualche ora, così da trarne beneficio al termine del trattamento.
I Maasai hanno le mani curative. Con l’aiuto del liquido di Aloe o addirittura senza, riescono a massaggiare parti del corpo tese, dolenti o altro. Mio marito pratica spesso massaggi linfodrenanti al mio braccio privo di linfonodi, a causa dei miei precedenti interventi causati da due cancri. In qualche occasione di forte stress è accaduto che si sia gonfiato. In ospedale mi davano sei mesi di attesa per ogni bisogno di un massaggio linfodrenante. Lui risolve il mio edema in pochi minuti di massaggio, aiutandosi con dei bendaggi di acqua calda. A volte, percepiscono i tuoi mali nascosti senza che tu nemmeno sappia di averli. Di questo argomento, ne farò senza dubbio un altro articolo, entrando nello specifico riguardo a un’altra mia disavventura vissuta in passato e curata grazie alle loro indicazioni.
Mi ha curato la tribù datoga
Torniamo al mio dente…. Dalla mia guarigione non passarono nemmeno due mesi che tornò il secondo ascesso. Mio marito voleva portarmi in ospedale, ma io rifiutavo. Avevo paura che invece di curarmi il dente me lo togliessero. Così, non volendo ascoltare nessuno, ricominciai con l’antibiotico. I risultati furono gli stessi devastanti della volta precedente, con una ripresa molto lenta del mio fisico. Ritorna per la terza volta il male. William mi aiuta nuovamente a riflettere, ricordandomi il mio problema nell’ingerire antibiotici. Mi fece presente che probabilmente ne sarei diventata resistente e che mi avrebbero solo “distrutto” fisicamente. Così mi propose un’insolita cura alternativa e mi disse:
Se ti fidi e te la senti, conosco una donna della tribù Datoga che può curare il tuo dolore. Non sarà per sempre. Non usano medicinali né ti toccheranno provocandoti ferite o fuoriuscite di sangue. Non sentirai alcun dolore. Da lei ci andiamo in tanti per svariati motivi… Vuoi provarci?
Tentai nel darne una risposta definitiva, ma accettai. Mi fido di mio marito. Ho avuto modo di assistere a diversi dei loro riti di guarigione, ben più gravi rispetto al dolore di un dente. Salgo sulla moto con lui, mi porta in un villaggio distante venti minuti da casa nostra, con la speranza di trovare la persona che si occupa di questo rito. Era una signora, ma non si trovava in casa. C’erano i figli di questa donna che alla vista del mio viso si preoccuparono a tal punto da correre a cercarla. Mi portarono una sedia, mi dissero di mettermi comoda e attendere. Un paio d’ore più tardi arrivò.
A prima vista provai fiducia, ma salì l’agitazione. Iniziai a tremare di paura, mio marito sempre accanto e con il suo solito tono di voce tranquilla iniziò la traduzione di quanto la signora diceva. Mi spiegò che niente sarebbe accaduto, che non avrei provato dolore, ma che avrebbe solamente sospeso il mio malessere. Preparò una bacinella con dell’acqua, adagiandola a terra di fronte ai miei piedi, nel caso si staccasse il dente dalla gengiva o avessi bisogno di sputare. Immaginatevi per un momento la scena: non sapevo se ridere o piangere, tremavo incessantemente. La donna iniziò a maneggiare la cannula di una pianta, uno stelo lungo circa 80 cm, di colore verde, sottile e vuoto all’interno. Iniziò a pelare un frutto selvatico in modo da estrarne i suoi semi appiccicosi, fissandoli su di uno straccio, come se usasse la colla come ausilio.
Dopo aver completato il lavoro, legò il canovaccio al fondo della cannula e diede fuoco alla stoffa con i semi. La procedura ebbe inizio, mi disse di tenere la cannula appoggiata al dente dolente e di non fare altro. In effetti non avvertivo nessun dolore, la fiamma creava solo calore. Nella mia bocca sentivo tanto vapore acqueo caldo dal sapore fruttato (quasi come fosse una sigaretta elettronica). Dovetti resistere affinché la fiamma non si spegnesse naturalmente. Tutto durò circa quaranta minuti. La mia tensione passò, mi stavo rendendo conto che non accusavo nessun fastidio se non della bava che fuoriusciva dalla bocca creata dal vapore acqueo.
La signora ha voluto essere pagata con la somma di TSH 4.000, che equivalgono a meno di due euro. Ringraziò e ci disse di tornare nel caso ne avessimo avuto nuovamente bisogno. Si sapeva che il problema non si sarebbe risolto per sempre, ma in ogni caso mi sono svegliata il giorno dopo come se non avessi mai avuto niente e da quel giorno il dolore non mi è più tornato. Dopo più di un anno, mi sono presentata dal mio dentista in Italia per un semplice controllo, non a causa di un ritorno del dolore al dente. Tutto si concluse con la seconda devitalizzazione della seconda radice, in modo da evitare eventuali dolori.
Gli raccontai l’esperienza vissuta, spiegandogli tutto dettagliatamente. Ne rimase alquanto incredulo, aggiunse soltanto che il calore aiuta ad allontanare gonfiore e dolore, ma non cura l’infezione. Su questo, ne ero già al corrente prima di quell’esperienza dalla signora datoga. Adesso esiste un bravo medico nel nuovo reparto di impiantistica e deontologia nell’ospedale di Songe. Dista a un’ora di autobus da casa nostra, ma non vi nascondo che se dovesse nuovamente capitarmi qualcosa, ho molta fiducia nei metodi curativi dei miei Maasai.
I Maasai prevengono il male
Nell’anno 2012, feci un brutto incidente in moto nella savana del Distretto di Kiteto (regione Manyara). Mi trovai a terra con tre costole rotte e la clavicola spezzata (mancava solo un centimetro all’osso del collo e non sarei qui a raccontarvi questa storia). Un vecchio Masai mi rimise a posto l’osso con le mani e riuscì a farmi la stessa fasciatura a otto che viene utilizzata come protocollo nei nostri ospedali in casi del genere. Di questa esperienza, ve ne parlo in modo approfondito nel mio libro intitolato La Felicità tra i Maasai per leggerlo e acquistarlo potete cliccare qua:
Anni fa, una donna maasai mi disse che avevo un problema allo stomaco solo guardandomi e indicandomi con la mano il punto da curare, anche prima che io ne fossi consapevole. In Italia, si è rivelata essere una diagnosi giusta. Avevo un polipo di 4 cm che ostruiva il mio intestino. Ne parlerò anche in un altro articolo.
Concludo questo episodio precisando che questi riti non si chiamano “MAKUMBA”. Questo termine terrorizza chiunque, inclusi i Maasai della mia terra, che non vogliono nemmeno sentire nominare questo termine, figuriamoci praticarlo o parteciparvi. Se, invece, decidiamo di crederci, sappiate che ci sono anche molti finti stregoni come quelli che esistono in ogni parte del mondo. Alcuni promettono di guarire da ogni male, ma in realtà sono solo dei truffatori, quindi state attenti a loro.
Vi saluto lasciandovi al momento in cui mio marito ha ripreso la scena con questo video, stavo malissimo:
By Cristina Valcanover
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A presto Cristina e William







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Bellissimo articolo brava a scrivere molto dettagliata mi affascinano molto le cure ed i modi di curare naturali che de vogliamo i medicinale cmq vengono dalle erbe mi affascinano anche il curare con le mani o le leggenge
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Grazie
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