La mia prima volta in terra maasai
Nel mese di febbraio del 2010, accadde qualcosa di straordinario nella mia vita. Per la prima volta, varcai la soglia di un autentico villaggio Maasai. Ciò che inizialmente doveva essere una semplice visita turistica si trasformò rapidamente in qualcosa di molto più significativo: mi ritrovai a diventare parte integrante di quel luogo, una protagonista della vita quotidiana dei Maasai. L’esperienza fu così intensa da lasciare un’impronta indelebile nella mia memoria, cambiando per sempre il mio modo di vedere il mondo.
Ci arrivai dopo una lunga giornata di autobus che vi ho raccontato in questo articolo: Un sogno diventato realtà
Mi sentivo esausta, i miei muscoli erano irrigiditi e la stanchezza si faceva sentire in ogni parte del mio corpo. Eppure, non potevo fare a meno di sentirmi euforica all’idea di finalmente essere arrivata a destinazione. Il viaggio in autobus era stato faticoso, ma ogni momento aveva contribuito a plasmare i ricordi di quell’esperienza indimenticabile. Ero grata per ogni paesaggio che avevo attraversato, per ogni incontro casuale lungo il percorso e per ogni sfida che avevo superato. Ora, riflettendo su quella lunga giornata, mi rendo conto di quanto sia vero il detto che il viaggio è tanto importante quanto la destinazione. Quel tragitto in autobus mi ha insegnato tanto su me stessa e sul mondo che mi circonda.
Un viaggio che si è trasformato in un cambio vita ed ho trovato la mia nuova grande famiglia con i Maasai. Questo incredibile cambiamento è stato davvero trasformativo. Mi sono avventurata in un viaggio che ha cambiato per sempre il corso della mia vita. L’incontro con la mia nuova grande famiglia Maasai è stato un dono inaspettato. La loro calda accoglienza e la loro generosità mi hanno toccato profondamente. Ogni singolo momento trascorso con la comunità Maasai ha arricchito la mia anima in modi che non avrei mai potuto immaginare. Sono grata per l’opportunità di essere stata accolta in questa meravigliosa famiglia e di aver scoperto un nuovo significato di amore e condivisione.

Integrazione al villaggio
In quegli anni, l’improvvisazione e l’adattamento erano diventati la mia filosofia di vita. Nonostante le difficoltà e le limitazioni, ho imparato a trarre vantaggio dalla situazione, mostrando resilienza e creatività. Ogni sera, grazie al piccolo pannello solare, in compagnia di mio marito, riuscivamo ad illuminare la nostra modesta casa maasai con una luce soffusa ma accogliente. La mia sfida principale era rappresentata dalla mancanza di energia elettrica.
Le nostre batterie si esaurivano rapidamente e, più spesso che no, la torcia a cui ci affidavamo si trovava scarica. Per me era davvero frustrante rimanere senza illuminazione, a partire dai primi momenti, avevo comunicato al mio compagno che non avrei avuto alcun tipo di problema, ma che sarebbe stato impossibile per me rimanere completamente nell’oscurità delle notti in savana. Nonostante ciò, ho imparato a prendere questa situazione come un’opportunità per apprezzare le semplici gioie della vita.
Il risveglio al villaggio maasai
Mi piace aprire gli occhi lentamente, respirando l’aria pura e sentendo i suoni della natura che si risveglia, poco meno il gallo che si piazza proprio sotto la finestra della nostra stanza. Poi, mentre il sole si alza sempre più alto nel cielo, mi dedico ai compiti domestici. Questa routine lenta e contemplativa mi ha portato a una maggiore connessione con il mondo che mi circonda. Ogni azione quotidiana, anche la più semplice, mi ricorda l’importanza di vivere nel momento presente e di apprezzare la bellezza della vita in tutte le sue forme. Le lunghe giornate a casa dei Maasai mi hanno insegnato la pazienza e la gratitudine, mi hanno aiutato a rallentare e a cogliere la gioia nei gesti quotidiani. Non c’è spazio per la noia quando si è immersi nella semplicità e nell’autenticità della vita rurale africana.
La vita nel villaggio può essere semplice, ma è arricchita da queste interazioni spontanee, da questi momenti di condivisione e da questa meravigliosa atmosfera comunitaria che ho imparato ad amare fin dal primo giorno in cui mi sono unita alla famiglia Maasai. Questi momenti quotidiani, arricchiti da semplicità e autenticità, sono diventati parte integrante della mia esistenza, permeando il cuore e l’anima con un senso di appartenenza e di connessione profonda con coloro che mi circondano. Ogni giornata è un dono prezioso, scolpito dalle risate dei bambini, dalla saggezza degli anziani e dalla solidarietà che permea ogni gesto e parola scambiata all’interno di questa comunità. La bellezza della vita nel villaggio risiede nella sua autenticità intrinseca, nell’armonia con la natura e nell’essenza stessa della condivisione e della reciproca cura che si coltiva tra le persone.
Mi ritengo fortunata per aver vissuto un’esperienza così unica e straordinaria. Sposare un uomo maasai e condividere la vita quotidiana con il popolo maasai in una remota e ancora inesplorata savana non è qualcosa che capita a tutti, e sono consapevole di quanto sia speciale. Ho avuto la fortuna di incontrare un marito e una famiglia straordinaria che mi hanno aperto le porte di un mondo che forse ho sempre sognato fin da bambina. Non credo che sia un semplice caso il fatto che proprio in uno dei momenti più tristi della mia vita sia salita su quel treno, è stata una scelta ponderata, ma sarei pronta a farla altre mille volte. Forse sarebbe stato meglio per me nascere e crescere tra di loro fin da piccola. So che molti di voi potrebbero pensare che sia pazza, e in molte occasioni me l’hanno fatto notare, ma sono convinta che solo vivendo una situazione simile alla mia si possa veramente capire. Non c’è nulla al mondo che possa compensare la serenità che provo nel mezzo di questa immensa distesa di savana, con la semplicità e il cuore d’oro della mia famiglia e delle altre tribù che mi circondano.
Nulla potrebbe migliorare la qualità della vita quanto la felicità, la serenità e la tranquillità che ho guadagnato con tanto merito in cambio dei numerosi momenti di sofferenza che ho vissuto in passato, come vi ho già raccontato. Sono grato di poter finalmente godere di questi beni preziosi dopo tutto ciò che ho affrontato. Se ti va leggi il mio libro: La felicità tra i maasai
Da quando mio marito mi ha catapultato nella sua vita in savana, mi rendo conto di aver ritrovato una nuova famiglia, quella che sostituisce la mia a tutti gli effetti visto che i miei genitori mi hanno lasciato troppo presto. Ho una suocera che mi fa da mamma, un nuovo padre e tante sorelle e fratelli. Non sto qui a raccontarvi quanto ho sofferto prima di incontrare lui, quanto io sia stata presa in giro, esattamente come tante mie conterranee, quanti uomini in Tanzania mi hanno visto come un portafoglio ambulante, senza volontà propria né capacità di discernere. Io sono Cristina. Io volevo l’amore vero. Lo volevo così tanto che poi, inaspettatamente…l’ho trovato. L’amore vero è nei suoi occhi scuri, nelle sue frasi rassicuranti, nelle scelte di vita che abbiamo fatto sempre e rigorosamente insieme sin dall’anno 2009. Anno in cui ci siamo conosciuti.
La vita a fianco di mio marito è un viaggio di scoperta continua, un intreccio avvincente di tradizioni diverse e momenti di pura felicità. Le giornate trascorse in savana sono colme di meraviglia e avventura, mentre la serenità dei nostri momenti insieme è un porto sicuro in mezzo alle tempeste della vita. Le sfide che abbiamo affrontato, uniti e determinati, ci hanno resi più forti e ancor più legati l’uno all’altra. Ogni giorno mi meraviglio della generosità e della cordialità della mia nuova famiglia, dell’accoglienza sincera e dell’amore incondizionato che mi dimostrano. La presenza premurosa di mia suocera e il sostegno del nuovo padre mi hanno aiutato a guarire le ferite del passato e a guardare fiduciosa al futuro.
La Tanzania, con la sua bellezza ma anche con le sue sfide, è diventata la cornice dei nostri sogni e progetti comuni. Insieme, io e mio marito abbiamo costruito un legame indissolubile, fondato sull’amicizia, la comprensione e un amore autentico che cresce ogni giorno di più. I suoi occhi scuri brillano di emozione quando mi guarda, e in essi trovo la conferma di quanto siamo fortunati ad averci reciprocamente. Le sue parole sono un balsamo per l’anima, e insieme abbiamo imparato a navigare le acque agitate e ad apprezzare i tranquilli laghi della vita.
Insieme abbiamo optato per la strada della reciproca fiducia, del rispetto e della collaborazione. Ogni decisione, sia essa di rilievo o di minima importanza, è stata presa all’unisono. Nulla è più gratificante che essere consapevoli di avere al proprio fianco un compagno di vita così leale e premuroso. Riflettendo sul passato, le difficoltà incontrate e le delusioni svaniscono di fronte alla luminosa realtà del nostro presente.
Sono grata per l’amore autentico che ho ricevuto e per la gioia di far parte di questa nuova famiglia, che mi ha donato tanto e mi ha insegnato il vero significato dell’unione e della solidarietà. Giorno dopo giorno, insieme a mio marito, stiamo costruendo un futuro radioso, con passi saldi e cuori colmi di amore.
Leggi il nostro progetto di vita al villaggio: La nostra storia

La mia vita tra i maasai
Ogni tanto mi chiedete come trascorro le mie giornate e se mi annoio durante le lunghe giornate a casa dei Maasai. La mia risposta è assolutamente no! In assenza di ospiti, mi ritrovo ancora in pigiama a mezzogiorno, e vi darò una motivazione per questo… Mi sveglio presto come sempre e cerco di accendere il fuoco. Nel frattempo arriva mia cognata Cecilia e bussa alla porta. Sono ancora “in mutande”, quindi non apro, ma lei insiste, addirittura sbirciando dalla mia piccola finestra (ahahaha, la adoro). Il problema è che tutti notano il fumo che esce dal mio camino, quindi apro, e la sua fretta è solo per salutarmi e prendere un tizzone ardente dal fuoco.
Non arrivo nemmeno a indossare i pantaloni che già odo bussare, urlo “Tanywaaki peeno” (aspetta in lingua maa), qualcuno ha bisogno di caricare i telefoni collegandoli al nostro pannello solare e sono solo le sette, ma non è finita poiché le mie cognate investono parte del loro guadagno lavorando da noi in sacchi di zucchero, olio, the e perline per lavorare bracciali. Sono felice che abbiano capito come rendersi autonome, peccato che il tutto lo lasciano a casa nostra con la scusante dei bambini che ci giocherebbero e si mangerebbero lo zucchero a manate. Arrivano altre donne e mi chiedono di venderle tutto ciò che vi ho descritto come fossimo anche un negozio (che poi quando ho ospiti c’è lo stesso via vai), ma non sempre mi chiedono gli alimenti a peso, a volte impazzisco, mi chiedono la merce in base al denaro che hanno in mano…
Le giornate diventano sempre più intense e movimentate, quasi senza sosta. È come se la vita stesse bussando continuamente alla porta, chiedendo sempre di più. Eppure, in mezzo a tutto questo caos, c’è anche un senso di gratitudine nel vedere le mie cognate diventare autonome, trovare un modo per sostentare se stesse e le proprie famiglie. Tuttavia, non posso ignorare il fatto che questa nuova attività abbia trasformato la nostra casa in un luogo di incessante attività commerciale, con donne che arrivano e vanno, chiedendo di acquistare i beni che produciamo. A volte mi chiedo se si rendano conto che questo non è un negozio, ma la nostra casa, il luogo in cui viviamo e cerchiamo un po’ di tranquillità.
E così, mentre mi ritrovo a pesare gli alimenti per alcune, per altre mi ritrovo a valutare la merce in base al denaro che hanno in mano. È un’esperienza che mi fa spesso sentire sopraffatta, in balia delle richieste incessanti e a volte irrazionali. Tuttavia, c’è anche un senso di comunità in tutto questo, una rete di donne che cercano di sostenersi a vicenda, anche se a volte sembra un po’ troppo travolgente. È la nostra realtà, fatta di sacchi di zucchero, bracciali di perline e una costante chiamata alla generosità e alla pazienza.
Poco dopo, noto che il sole inizia a salire lentamente sull’orizzonte, tingendo il cielo di sfumature calde e avvolgenti. Mio marito si alza e, guardandomi intorno, mi accorgo di trovarmi in cucina con almeno otto Maasai intenti a bere il loro chai mattutino. Mentre mi metto a lavare le tazze utilizzate, sento qualcuno chiamare il mio nome, o meglio il nome che mi hanno dato qui, Tina. Si tratta di alcuni Maasai che si affacciano da fuori, chiedendomi se ho visto questo o quell’altra persona. Nel frattempo, i bambini liberano le capre, e una di esse, attratta dalle nostre piante di pomodoro, si fa strada nel nostro boma. Così, inizia una vivace caccia per scacciare la capra, con la partecipazione entusiasta dei più piccoli.
Apparentemente, sembra arrivato il momento tranquillo in cui posso finalmente andare a lavarmi; tuttavia, proprio in quel momento, qualcuno torna a chiedermi se il telefono è carico. Rivolgendomi a Willy, con qualche parola in italiano arrabbiata, gli rimprovero scherzosamente che se non mi dà una mano al mattino, io chiudo casa e vado a farmi un giro al villaggio di mama Fiorello. Mama Fiorello, una donna Maasai con la quale ho instaurato un bellissimo legame di amicizia e affetto.
Dopo l’agitazione del mattino, di cui ho già parlato, è ora di preparare il pranzo. Mia nipote Nasyniary sta trascorrendo le vacanze scolastiche con noi, ma è cresciuta nella nostra casa, questa un giorno diverrà la sua casa a tutti gli effetti. Ho dimenticato di menzionare che la mattina sono io a svegliarla, le preparo la colazione e il cambio abiti ogni giorno. Lei sta imparando da me in tutto e per tutto, si comporta come me. Per lei, sono la sua mamma a tutti gli effetti, ma questa è altra storia e ve ne ho già parlato in dettaglio in questo articolo: La morte di mio fratello.
Cibo e igiene al villaggio maasai
Sto cercando di sensibilizzare le donne di casa anche nella cura e l’igiene dei bambini, spiego che solo in questo modo i vestiti rimarranno puliti e dureranno nel tempo, come del resto insegnano nelle scuole private o statali che si trovano sulla costa. I maasai preferiscono la polenta ma a casa mia della pasta la si trova sempre, me la faccio arrivare da uno zio che vive a Dar es Salam tramite l’autobus che percorre la savana quotidianamente e i costi sono davvero alti.
In effetti, la vita quotidiana in una comunità come la nostra è ricca di attività significative e sfide interessanti. La mia dedizione nell’aiutare mia nipote a iniziare la giornata in modo positivo e supportarla nel suo percorso educativo è davvero affascinante. La mia missione è un passo importante per garantire il benessere della famiglia nel suo insieme. Mi trovo spesso immersa nelle attività quotidiane della comunità maasai, circondata dalle loro usanze e tradizioni. È affascinante come il tempo sembri scorrere in modo diverso in questo contesto, con le giornate scandite dai ritmi naturali e dalle dinamiche della vita comunitaria. Ogni gesto e ogni oggetto ha un significato profondo, legato alla storia millenaria di questo popolo e al rispetto per la natura che li circonda.
La quiete e la serenità che si respirano sotto l’ombra dell’albero gigante accanto alla nostra casa sono davvero rigeneranti. È un luogo che mi offre l’opportunità di connettermi con le donne maasai, di condividere pensieri e emozioni in un’intima comunione. La bellezza dei loro bracciali di perline colorate e l’eleganza dei loro movimenti mentre lavorano sono un vero spettacolo per gli occhi e per l’anima.
Lentamente, ma costantemente, sto imparando a comprendere la loro lingua, ad esprimermi in modo sempre più fluente e a cogliere i dettagli più sottili della loro cultura. È un processo affascinante e arricchente che mi permette di immergermi completamente in questa realtà così diversa dalla mia. Questo scambio linguistico e culturale è un ponte prezioso che ci permette di avvicinarci, di superare le barriere e di comprendere le diversità in modo empatico e autentico. Sono grata per l’accoglienza e la gentilezza con cui la comunità maasai mi ha accolto, permettendomi di condividere la loro vita quotidiana e di apprezzare appieno la ricchezza del loro mondo.

La fine della giornata al villaggio maasai
Il tempo scorre velocemente e verso le ore 17.00 rientrano i bambini con i greggi e le mucche cosicché le donne potranno mungerle, io rientro a casa ad accendere il fuoco e come il camino inizia a fumare sembra il richiamo della foresta, si perché “Tina è rientrata e allora corriamo da lei a riprenderci i telefoni caricati, a comprare lo zucchero, il the e tutto quello che si è terminato durante la giornata”! Riprende il trambusto per un’oretta e finalmente poi, posso dedicarmi a cucinare la cena.
La luce del tramonto inonda l’immenso della valle tipica africana mentre le ombre si allungano, creando un’atmosfera tranquilla e serena. Il rituale del ritorno a casa porta con sé una sensazione di calore e accoglienza, mentre ogni membro della famiglia si prepara a svolgere i suoi compiti quotidiani. Mentre il fuoco scoppietta nell’antico camino, le stelle iniziano a spuntare nel cielo notturno, annunciando la fine di un’altra giornata.
La frenesia delle attività quotidiane si placa gradualmente, lasciandomi il tempo di concentrarmi sulla preparazione di una deliziosa cena. Mentre mescolo gli ingredienti e assaporo i profumi che si diffondono in cucina, rifletto sulle esperienze della giornata e sul significato di questi momenti di serenità e condivisione.
Quando giunge l’ora di preparare la cena mi rendo conto che la giornata è giunta al termine. Mio marito con i maasai si ritrova a Kiberashi per stare insieme tra uomini già dal primo pomeriggio, giocano a bigliardo, organizzano partite di calcio, o partecipano a riunioni maasai a parlare di problemi riguardanti la quotidianità nei villaggi e se avrete piacere di approfondire l’argomento troverete maggiori informazioni in questo articolo: CHI SONO I CAPI MAASAI E COSA SONO LE RIUNIONI MAASAI.
Anche questa sera ho salutato con un arrivederci a domani il mega tramonto africano dai colori abbaglianti con una fotografia (li adoro). Fuori dalla mia cucina è ormai notte profonda, sono quasi le ore 20.00, noto la luce di alcuni fari avvicinarsi tra la boscaglia, è Willia,con altri maasai che stanno rientrando a casa con la moto. Ci mettiamo seduti a tavola finalmente soli con la nostra nipotina Nasinyari, ci raccontiamo come abbiamo passato la giornata e ci rilassiamo comunicando. La piccola Nasy a volte riesce ad addormentarsi dalla stanchezza mentre mangia, preparo una bacinella di acqua tiepida le faccio una doccia e la porto a letto, si addormenta all’istante. Dopo cena ci raggiungono le mie cognate o amici e ci raccontiamo stando insieme fino al momento in cui non cala la palpebra a qualcuno e così ci salutiamo augurandoci la buona notte.
Da quando ho messo piede in questo luogo non ho mai sentito la necessità o la nostalgia di guardare la televisione. Ho riscoperto il bello del stare insieme senza fare niente di particolare. È davvero un’esperienza unica poter apprezzare la compagnia dei miei cari senza la distrazione della televisione o di altri dispositivi elettronici. Rendendomi conto di quanto sia appagante trascorrere del tempo di qualità insieme, ho imparato a valorizzare questi momenti preziosi. La gioia e la serenità che provo nel condividere momenti spensierati con la famiglia non ha eguali. Sono grato per questa scoperta e per tutto l’amore che ricevo da loro.
Grazie, Africa, Grazie mama savana, grazie famiglia vi adoro! La vostra presenza riempie il mio cuore di gratitudine. Il vostro calore e amore illuminano il mio mondo. Grazie, per essere la mia casa e la mia gioia.
Se desideri immergerti in un’esperienza autentica nella nostra casa, contattaci via email e sarai accolto con gioia nel cuore della terra dei Maasai.
Grazie di aver dedicato del tempo alla lettura! Se ti è piaciuto, sarebbe fantastico se potessi lasciarci un like, un commento o condividere l’articolo. Il tuo supporto significa molto per noi!
A presto, Cristina Valcanover
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In quel villaggio maasai mi hanno insegnato l’importanza della comunità e del prendersi cura gli uni degli altri, valori che spesso vengono trascurati nelle frenetiche società moderne.

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Vi ringraziamo di averci citato nel vostro articolo.
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